Iodina

Lo iodio viene utilizzato per: la disinfezione preoperatoria della cute e delle mucose; la disinfezione della cute prima di iniezioni, trasfusioni, infusioni, prelievi di sangue, punture, biopsie; l'asepsi di ferite superficiali, comprese le ustioni cutanee; come coadiuvante in caso di infezioni fungine e batteriche delle mucose e della cute o in caso di lesioni suscettibili di superinfezione.

Lo iodio non sterilizza la pelle, ma riduce solo temporaneamente il numero di microrganismi.

Non utilizzare Iodio 100 mg/ml Soluzione Cutanea se: si è allergici al povidone, allo iodio o a uno qualsiasi dei componenti del farmaco; si ha un'anamnesi di intolleranza allo iodio; si è affetti da patologie della tiroide (ipertiroidismo, adenoma tiroideo); si è affetti da dermatite erpetiforme di Duhring; prima e dopo il trattamento con radioiodio (per prevenire l'ipertiroidismo); nei neonati e nei bambini di età inferiore ai 6 mesi (solo in caso di assoluta necessità, con monitoraggio della funzionalità tiroidea); a causa dell'assorbimento dello iodio attraverso la pelle, si devono evitare somministrazioni prolungate e ripetute, che possono provocare effetti sistemici; la comparsa di effetti sistemici è favorita da: l'uso della soluzione sotto un bendaggio occlusivo, su superfici estese, su cute con lesioni (ustioni), su cute o mucose di neonati o prematuri (a seconda dell'effetto occlusivo del pannolino e del rapporto superficie/peso corporeo).

Lo iodio povidone può ridurre l'assorbimento dello iodio da parte della tiroide, il che può interferire con i risultati di alcune indagini: determinazione dello iodio legato alle proteine (iodemia), scintigrafia tiroidea, procedure diagnostiche con mezzi di contrasto a base di iodio. Può anche rendere impossibile un trattamento a base di iodio radioattivo. È necessario un periodo di osservazione di 1-4 settimane dopo l'interruzione del trattamento.

In caso di applicazione ripetuta su lesioni cutanee in pazienti con insufficienza renale, soprattutto in caso di ustioni estese, sono necessarie particolari precauzioni.

Nei bambini di età inferiore ai 30 mesi, se assolutamente necessario, la soluzione deve essere applicata su piccole aree e poi lavata con acqua sterile.

Nelle persone con pelle più sensibile possono verificarsi irritazioni cutanee transitorie e rare. Pertanto, è necessario effettuare dei test prima dell'uso regolare della soluzione cutanea.

Il contatto con gli occhi deve essere evitato.

Nei pazienti con disturbi latenti della funzione tiroidea (soprattutto negli anziani), l'uso per più di 14 giorni o su aree superiori al 10% della superficie corporea deve essere effettuato solo dopo aver valutato il rapporto beneficio terapeutico/rischio. Questi pazienti saranno attentamente monitorati dopo l'interruzione del trattamento per un periodo di 3 mesi.

Lo iodio povidone può causare la corrosione di alcuni metalli. I tessuti e le materie plastiche sono resistenti allo iodio povidone. Le macchie di iodio possono essere rimosse dai tessuti lavando con acqua calda e sapone e, in caso di macchie persistenti, con una soluzione di ammoniaca o tiosolfato di sodio.

L'uso dello iodio in combinazione con altri antisettici a base di sali d'argento o perossido di idrogeno deve essere evitato a causa della riduzione reciproca degli effetti terapeutici. Lo iodio assorbito per via sistemica può interferire con: farmaci contenenti mercurio e litio.

Lo iodio povidone può causare risultati falsi positivi in alcuni test diagnostici (come il test Resina-Guaiacol e Toluidina per il glucosio e l'emoglobina nelle urine e nelle feci).

Lo iodio assorbito può attraversare la barriera feto-placentare, pertanto si raccomanda di evitare l'uso dello iodio nel primo trimestre di gravidanza e se ne controindica l'uso prolungato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.

L'uso in prossimità della nascita o la somministrazione prolungata del farmaco produce un significativo assorbimento di iodio, con conseguente tossicità fetale: gozzo neonatale o ipotiroidismo.

Poiché lo iodio assorbito viene escreto nel latte materno, lo iodio è controindicato durante l'allattamento.

Lo iodio viene applicato tal quale o diluito, a seconda dell'area interessata e dell'indicazione terapeutica.

Come soluzione non diluita: per la disinfezione della cute intatta (disinfezione preoperatoria di mucose e tegumenti; disinfezione dei tegumenti prima di trasfusioni, iniezioni, infusioni, punture, prelievi di sangue, biopsie) la soluzione viene applicata mediante tampone e lasciata asciugare; per la disinfezione di ustioni cutanee, ferite superficiali e nelle infezioni cutanee, la soluzione viene applicata mediante tampone 3-4 volte al giorno.

Per la disinfezione delle mani applicare 3 ml di soluzione e lasciare agire per 30 secondi. Questa procedura viene eseguita due volte.

Per la disinfezione delle mani chirurgiche applicare 5 ml di soluzione e lasciare agire per 5 minuti. Eseguire la procedura due volte.

Come soluzione diluita: Impacchi umidi, diluizione 1:5 o 1:10 (50 ml/100 ml o 5 ml/100 ml); Sciacqui vaginali o urologici 1:25 (4 ml/100 ml); Sciacqui post-operatori o per ferite croniche 1:2 o 1:20 (50 ml o 5 ml/100 ml); Sciacqui orali post-operatori 1:10 (10 ml/100 ml).

La diluizione deve essere effettuata solo prima dell'uso con soluzione fisiologica o acqua purificata.

Questo prodotto è generalmente ben tollerato.

Lo iodio può causare disturbi alla pelle e al tessuto sottocutaneo: rare reazioni di ipersensibilità cutanea (arrossamento della pelle, prurito, vesciche, ecc.).

Disturbi endocrini: alterazione della tiroide (soprattutto nei neonati, nei prematuri e nei pazienti con ustioni estese).

Disturbi nutrizionali e metabolici: disturbi dell'osmolarità sierica o dell'equilibrio elettrolitico associati ad acidosi metabolica o insufficienza renale.

Disturbi del sistema immunitario: reazioni allergiche acute generalizzate come mancanza di respiro (reazioni anafilattiche) e/o abbassamento della pressione sanguigna.